MEDIA FIRENZE |Un progetto di Eventi per l’arte

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Lo spiega Gregorio Salimbeni, presidente e coordinatore della fondazione Restarte.
Restituire alla collettività, attraverso un restauro mirato, alcune delle più belle opere d’arte di Firenze, senza alcuno sforzo per l’amministrazione: in che modo? Una volta questo ruolo lo svolgevano ricchi mecenati che la storia ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare. Adesso, in tempo di crisi, a questa figura ormai anacronistica si è sostituita una nuova realtà.
Ce la illustra Gregorio Salimbeni, amministratore di Media Firenze, società che opera in questo senso, per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio artistico di Firenze e della Toscana: «Non abbiamo inventato niente; abbiamo solo trasferito nel capoluogo toscano un modo di operare che in città come Milano e Roma esisteva da almeno 20 anni. In occasione dei restauri delle facciate di Palazzo Pitti, infatti, abbiamo coperto i costi del lavoro decorando il telo dei ponteggi con messaggi commerciali. Una cosa naturale vista la nostra esperienza nel campo degli impianti pubblicitari».
«L’innovazione vera e propria, semmai – puntualizza con orgoglio il nostro intervistato – è avvenuta l’anno dopo, quando, forti del buon risultato ottenuto, in vista dell’esigenza di interventi di restauro del Cortile dell’Ammannati di Palazzo Pitti, abbiamo creato “Firenze Fashion” un progetto “nel Cortile per il cortile” che prevede una serie di eventi di moda (non a caso cade nella settimana di “Pitti Uomo”), impegno sociale e cultura, come è avvenuto per l’appena trascorsa terza edizione».
Un programma col quale si intende coniugare imprenditoria e arte, rendendo le aziende che aderiscono, protagoniste e partecipi del restauro stesso del Cortile di Palazzo Pitti. Una novità salutata con soddisfazione dalle Soprintendenze ai beni culturali di Firenze e dalla stessa Soprintendente per il polo museale fiorentino, Cristina Acidini. Il restauro, ricordiamo è di 500.000 euro, una cifra tale per cui i finanziamenti ministeriali difficilmente si dimostrano sufficienti. Parrebbe essere la panacea a tutti i mali che affliggono il nostro patrimonio artistico; l’uovo di Colombo!
Tutti insieme si può
Ma non è semplice ottenere il coinvolgimento, non solo emotivo ma soprattutto monetario dei vari sostenitori.
«Non è mai facile reperire fondi anche perché chi dà qualcosa vuole in qualche modo ricevere altrettanto. Certo non posso fare a meno di ricordarmi l’incontro che ebbi con una nota azienda fiorentina nel campo della pellicceria. La titolare neanche mi fece finire di illustrare quelli che erano (e sono) i vantaggi per i sostenitori. Ad un certo punto – continua nel suo ricordo Salimbeni – fui interrotto con un perentorio: “A me piace Firenze e piace sostenere la mia città! Mi dica di quanto deve essere il nostro contributo!” – … e non ebbe esitazione a donare 15.000 euro».
E nello specifico quali sarebbero i benefit che proponete ai sostenitori?
«Innanzitutto la visibilità. – ci risponde Salimbeni -. Nel caso del restauro del cortile di Palazzo Pitti ospitiamo loghi e spot nei monitor allestiti all’ingresso del Palazzo stesso, nei totem esterni ed interni, in pubblicazioni, filmati, publiredazionali e affissioni dedicate al progetto di restauro, nel web-site ufficiale. Ed ovviamente un carnet di biglietti omaggio per la cena di gala come quella che abbiamo tenuto l’appena trascorso 16 giugno». Seppure la campagna per il reperimento di fondi (destinati a istituzioni culturali, musei, biblioteche, teatri…) sia cosa piuttosto consueta in paesi come gli Stati Uniti, in Italia questo tipo di iniziativa stenta ad affermarsi. Alla luce di questa situazione è davvero encomiabile la creazione, avvenuta lo scorso anno, di restArte una Fondazione per i Beni Culturali onlus nata per volontà della stessa Media Firenze, a cui si deve il recente restauro di opere simbolo della città come l’Ercole e Caco realizzata da Baccio Bandinelli nel 1534 e la copia del David realizzata nel 1910 da Luigi Arrighetti, che si trovano in Piazza della Signoria.
«La finalità è chiara – ci spiega Salimbeni che della stessa Fondazione è il presidente -: coinvolgere ad ampio raggio coloro a cui stanno a cuore le sorti della ricchezza artistica di Firenze e della Toscana. E non mi riferisco quindi solo ad imprenditori/sponsor di grosso calibro ma penso ai semplici cittadini che potrebbero entrare nel progetto con un’offerta simbolica anche di pochi euro. E attenzione, non limitandosi ad un intervento passivo ma anche di stimolo con suggerimenti, consulenze e consigli. Una Fondazione (apolitica, indipendente e che non persegue fini di lucro) aperta a chiunque condivida le sue finalità e che voglia contribuire con volontariato o donazioni alla salvaguardia dei beni culturali fiorentini».
Nel futuro della Fondazione c’è qualche nuovo progetto?
«Sì! – è sempre Salimbeni a rispondere – Ospitare 20/30 ragazzi e creare un laboratorio dove vengano ideati e realizzati dei progetti naturalmente volti al restauro»

Intervista a cura di Bruno Santini.

http://www.coopfirenze.it/informatori/notizie/soldi-allarte-8612